mercoledì, Maggio 7

Elezione nuovo Papa, via al Conclave: chi è il cardinale Louis Raphaël Sako

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(Adnkronos) – Il massimo esponente della Chiesa cattolica caldea è tra i nomi considerati 'papabili' nel Conclave 2025. Il cardinale Louis Raphaël Sako ha guidato i cristiani iracheni attraverso periodi particolarmente difficili, tra cui la ricostruzione del Paese dopo l'invasione a guida statunitense e gli attacchi di gruppi estremisti islamici che ne sono seguiti. Nato il 4 luglio 1948 a Zakho, in Iraq, completò gli studi primari a Mosul e successivamente frequentò il seminario San Giovanni, gestito dai domenicani, nella stessa città. Fu ordinato sacerdote il 1° giugno 1974 e prestò servizio nella Cattedrale di Mosul fino al 1979. Il cardinale Sako proseguì gli studi a Roma, ottenendo un dottorato in Patrologia orientale presso l'Istituto Orientale Pontificio e successivamente un altro dottorato in Storia presso la Sorbona di Parigi. I suoi successi accademici lo portarono a essere nominato rettore del Seminario Patriarcale di Baghdad, incarico che ricoprì dal 1997 al 2002. Al suo ritorno a Mosul, guidò la parrocchia di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso fino alla sua elezione a Arcivescovo di Kerkūk nel 2003. Le sue capacità di guida e il suo impegno per la Chiesa furono riconosciuti quando fu eletto Patriarca di Babilonia dei Caldei il 31 gennaio 2013, durante un Sinodo convocato a Roma da Papa Benedetto XVI. Durante il suo mandato, il cardinale Sako ha affrontato numerose difficoltà, tra cui l’esodo dei cristiani dall'Iraq a seguito dell'invasione del 2003 e l'ascesa dei gruppi estremisti. È stato un fermo difensore dei diritti e della sicurezza dei cristiani in Iraq, intervenendo pubblicamente contro la violenza settaria e la corruzione politica. Nel 2018, Papa Francesco lo ha elevato al cardinalato. Uno degli eventi più significativi della sua carriera è stato il suo ruolo fondamentale nell’organizzare la storica visita di Papa Francesco in Iraq nel 2021, durante l'emergenza sanitaria legata al Covid-19. La visita è stata vista come un momento di speranza e unità per la comunità cristiana irachena. Il cardinale Sako ha frequentemente parlato delle difficoltà dei cristiani in Iraq, incluso il fenomeno della migrazione forzata. Ha espresso preoccupazione per l'esodo dei cristiani dal paese, difendendo i loro diritti e la loro sicurezza. La sua decisione nel 2023 di trasferirsi da Baghdad alla Regione del Kurdistan in protesta contro le decisioni politiche che riguardavano la Chiesa sottolinea il suo impegno verso i temi della migrazione, della marginalizzazione e dei diritti dei suoi fedeli. Il cardinale Sako ha assunto una posizione ferma contro la benedizione delle unioni dello stesso sesso. Nel luglio 2024 ha ribadito la posizione della Chiesa cattolica caldea, dichiarando che non riconoscono le unioni omosessuali come matrimoni e non le benediranno “per preservare la sacralità del matrimonio”. Ha sottolineato che per i caldei, la benedizione del matrimonio è un sacramento e non una semplice benedizione, e non può essere conferita a coppie Lgbtq. La Chiesa cattolica caldea, sotto la guida del cardinale Sako, consente la presenza di sacerdoti sposati. Un esempio di ciò è stato l'ordinazione di padre Amar Agag, un uomo sposato di 38 anni con tre figli, come sacerdote caldeo in Francia nel settembre 2024, cerimonia che il Cardinale Sako ha presieduto. Il cardinale Louis Raphaël Sako ha espresso opinioni chiare sulla liturgia, in particolare sull’uso della lingua e sull’adattamento alle necessità contemporanee. Sostiene l'uso dell'arabo nella liturgia della Chiesa cattolica caldea, affermando che non si tratta di un tradimento della tradizione, ma di un adattamento necessario per rispondere alle esigenze dei fedeli di oggi. Ha sottolineato che molti caldei non comprendono più né il siriaco né il caldeo, rendendo l’arabo essenziale per la comprensione. Il cardinale Sako supporta l'aggiornamento delle pratiche liturgiche per renderle più accessibili e significative per i credenti contemporanei. Vede questo come parte della missione continua della Chiesa e in linea con gli insegnamenti del Concilio Vaticano II. Pur sostenendo il cambiamento, Sako insiste che le modifiche liturgiche devono rimanere all'interno del quadro della tradizione. Distinque tra gli elementi essenziali della liturgia caldea e le aggiunte artificiali fatte nel tempo. Sako considera l'uso della lingua vernacolare nella liturgia come parte della vocazione missionaria della Chiesa. Crede che permetta una proclamazione migliore della salvezza di Cristo per le persone del nostro tempo. Il Patriarca iracheno descrive la liturgia come "l'espressione più forte della fede vivente della Chiesa" e non come una semplice "rappresentazione". La vede come un’opera di Cristo stesso, che chiama i fedeli a partecipare al Mistero Pasquale. 
Il cardinale Sako ha avuto interazioni complesse con figure politiche irachene. Nel 2023, ha affrontato una crisi significativa quando il presidente iracheno Abdul Latif Rashid revocò un decreto che lo riconosceva come capo della Chiesa cattolica caldea, portandolo a trasferirsi da Baghdad a Erbil nella Regione del Kurdistan iracheno in segno di protesta. Ha avuto anche conflitti con Rayan Al Kildani, leader della milizia cristiana nota come Brigata Babilonia. Nonostante queste difficoltà, il cardinale Sako rimane fermo nel suo ruolo e nell’impegno per il benessere dei cristiani iracheni. Ha dichiarato la sua disponibilità a "dare la vita per la Chiesa" e continua a promuovere un regime civile e democratico in Iraq. Linguisticamente versatile, il Cardinale Sako è fluente in diverse lingue. Oltre alla sua lingua madre, l'arabo e il caldeo, parla tedesco, francese, inglese e italiano. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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