
(Adnkronos) – "Costruire una rete europea e internazionale per affrontare congiuntamente le sfide della gestione delle tecnologie biomediche e della sostenibilità dei sistemi sanitari". Così Stefano Bergamasco, gruppo di lavoro internazionale Aiic, Associazione italiana ingegneri clinici, spiega all'Adnkronos Salute l'importanza dell'accordo bilaterale firmato con l'analoga associazione spagnola (Seeic), nella sessione internazionale del 25esimo Convegno Aiic che si sta volgendo a Napoli. "Gli accordi bilaterali che stiamo siglando con le associazioni di altri Paesi come Francia e Spagna – riferisce Bergamasco – hanno un valore strategico operativo: partecipazione reciproca a eventi, pubblicazioni congiunte, formazione condivisa e webinar aperti agli associati di entrambe le realtà. Una logica di federazione delle società scientifiche, che rende il lavoro più efficace e concreto. Questi accordi rappresentano anche i primi passi verso un vero network europeo, capace di rappresentare, con una sola voce, le esigenze dell'ingegneria clinica presso le istituzioni comunitarie. In questo contesto si capisce bene il valore dell'affermazione di Yadin David", presidente di Gcea, Global Clinical Engineering Alliance, che intervenendo all'incontro ha affermato che "la sanità è locale, ma le tecnologie sono globali". Questa frase "racchiude l'essenza del nostro impegno – sottolinea Bergamasco – Il sistema sanitario è radicato nei territori, ma i problemi di gestione tecnologica, sostenibilità ed equità sono condivisi ovunque. Costruire una rete europea e globale serve proprio a condividere esperienze, trovare soluzioni comuni e affrontare insieme le sfide di domani". La situazione delle tecnologie biomediche e della loro sostenibilità – dalla regolazione normativa alla gestione operativa, dalla sostenibilità ambientale all’accesso equo – nel contesto europeo "appare oggi relativamente omogenea – osserva Umberto Nocco, presidente Aiic – Questo non significa che tutto sia perfettamente normato o armonizzato, ma piuttosto che esiste un livello di maturità e stabilità nell’approccio all’uso delle tecnologie che permette una gestione abbastanza uniforme tra i diversi Paesi membri. Un segnale evidente di questa maturità è la presenza, in gran parte degli Stati europei, di società scientifiche che rappresentano gli ingegneri clinici e i professionisti del settore. Inoltre, pur con le sue complessità – chiarisce – esiste un quadro normativo comune a livello dell’Unione Europea, che – sebbene concepito inizialmente per regolamentare la produzione delle tecnologie – può essere utilmente applicato anche da chi le adotta o ne supporta l’introduzione nei sistemi sanitari. Questo contribuisce a costruire un sistema più trasparente ed efficiente, orientato anche alla sostenibilità complessiva del settore salute". Proprio "questa comunanza di problemi e obiettivi – evidenzia Bergamasco – ci ha spinti a promuovere con determinazione la nascita di un network europeo strutturato, anche facendo leva sulla comune appartenenza alla Global Clinical Engineering Alliance. Oggi una decina di Paesi europei sono già membri della Gcea, e stiamo lavorando alla costituzione di un chapter europeo all'interno dell'Alleanza. Un progetto che ha ricevuto il pieno sostegno del presidente David, presente qui a Napoli, e del futuro presidente Mladen Poluta, intervenuto in collegamento. Entrambi hanno sottolineato l'importanza di rafforzare la rappresentatività europea all’interno del panorama globale dell’ingegneria clinica". Nel dettaglio, in base a quanto condiviso all'evento Aiic emerge che "il sistema francese di ingegneria clinica è evoluto e paragonabile a quello italiano – illustra Bergamasco – L'associazione Afib rappresenta soprattutto gli ingegneri clinici ospedalieri, a differenza di Aiic che include anche professionisti del settore privato e industriale. Afib è attiva su temi di sostenibilità, con iniziative su consumo energetico e uso di materie prime. Con Afib è in vigore un accordo bilaterale con Aiic che prevede partecipazione incrociata agli eventi, scambi formativi e collaborazioni scientifiche. Anche la Spagna ha un panorama simile al nostro, sebbene con una struttura associativa più contenuta. Il nodo centrale dell'accordo siglato in questo convegno è il riconoscimento formale della figura dell'ingegnere clinico, ancora non previsto in modo obbligatorio negli ospedali". Infine la Grecia che, "seppur di dimensioni più ridotte, si distingue per l'integrazione tra ingegneria clinica e mondo accademico. In particolare, sta creando un sistema nazionale di inventario e monitoraggio delle tecnologie biomediche, utile anche ai fini della vigilanza. Un modello virtuoso, in linea con gli obiettivi Aiic sulla condivisione e standardizzazione dei dati". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)