
(Adnkronos) – "Scegliere la prevenzione significa scegliere il futuro. La salute è l'unico diritto che la nostra Costituzione definisce fondamentale e l'Italia vanta un sistema sanitario tra i più solidi e solidali del mondo. Un patrimonio che siamo impegnati a conservare e a rafforzare per le generazioni di oggi e di domani. Ma ciò richiede un nuovo approccio che valorizzi maggiormente la prevenzione per vivere più a lungo in buona salute e per assicurare sostenibilità al nostro sistema sanitario, in un'ottica di modernità, mantenendo saldi i principi di universalità, equità e uguaglianza. Dobbiamo investire di più. Oggi solo il 5% del Fondo sanitario nazionale è destinato alle attività di prevenzione. Vogliamo aumentare questa percentuale e in questa direzione va anche il lavoro che stiamo portando avanti con il Mef, grazie alle nuove regole di bilancio europee, affinché la spesa per la prevenzione sia considerata a tutti gli effetti un investimento". Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento questa mattina all'apertura degli Stati generali della prevenzione a Napoli. "E' evidente che fare leva sulla prevenzione significa, nel lungo termine, ridurre i costi dell'assistenza, liberando risorse da investire in innovazione e ricerca che, grazie agli enormi progressi compiuti, permette di curare malattie un tempo ritenute incurabili", ha aggiunto. "Gli Stati generali della prevenzione a Napoli per dare un messaggio forte e chiaro: la prevenzione è un investimento e non una spesa. Vogliamo meno cittadini malati per poter curare tutti meglio e in tempi più rapidi". Ha aggiunto Schillaci a margine dell'inizio degli Stati generali della prevenzione. "C'è un problema culturale e dobbiamo far capire alla popolazione quanto sia importante avere la propria salute nella giusta considerazione, adottare dei corretti stili di vita, aderire agli screening che il Ssn mette gratuitamente a disposizione – ha aggiunto – ci vuole n cambio di passo e dobbiamo farlo tutti insieme". "Il Sud nell'adesione agli screening ha un differenziale inaccettabile con il Nord, ecco perché siamo qui a Napoli oggi. Noi vogliamo che tutti i cittadini abbiano le stesse possibilità di cura". "Abbiamo chiesto all'Istituto Piepoli di sondare un campione rappresentativo di popolazione interessata dai programmi di screening. Il primo dato che mi ha colpito è che 1 su 5, soprattutto al Sud, non sa che sono gratuiti. Tra chi ha ricevuto l'invito, una quota importante di persone ha deciso di non fare il test: circa 1 su 5. E sceglie di non farlo soprattutto perché non ha avuto tempo o ritiene di stare bene e, in assenza di disturbi, preferisce non sottoporsi allo screening. In tanti, indicano esplicitamente un po' di pigrizia. E' qui che dobbiamo moltiplicare gli sforzi e aumentare la consapevolezza nei cittadini che bisogna prendersi cura di sé anche quando si è in salute. Anche sul fronte degli stili di vita si può e si deve fare di più", ha aggiunto. "Penso – lo abbiamo visto anche nella presentazione del professor Mantovani – all'alimentazione corretta e all'attività fisica che sono importanti determinanti di salute e contribuiscono a contrastare l'insorgenza di patologie, anche oncologiche. I dati delle sorveglianze dell'Istituto superiore di sanità indicano che in Italia 4 adulti su 10 sono in sovrappeso o obesi. Alcune regioni del Sud (Molise, Campania, Basilicata, Puglia) continuano a detenere il triste primato per quota più alta di persone in eccesso ponderale. E c'è un problema di obesità infantile che non dobbiamo sottovalutare: il 19% dei bambini è in sovrappeso e gli obesi sono il 9,8%, inclusi i bambini con obesità grave che rappresentano il 2,6%", ha evidenziato il ministro. "L'obesità – ha rimarcato – porta con sé patologie croniche e il primo dovere, verso se stessi e verso la collettività, è quello di seguire un modello alimentare corretto così come dedicare tempo adeguato all'attività fisica. Gli italiani sono per lo più sedentari (24%) o parzialmente attivi (28%), con un gradiente geografico ancora una volta a sfavore delle regioni meridionali. Appare ancora troppo bassa anche l'attenzione degli operatori sanitari al problema della scarsa attività fisica, pure nei confronti di persone in eccesso di peso o con patologie croniche. Ecco perché non dobbiamo allentare la presa: dobbiamo continuare a sensibilizzare, a dare voce alla prevenzione e a farlo in modo corale. In questo senso è essenziale il contributo degli operatori sanitari, delle istituzioni, delle associazioni, anche dei mezzi di comunicazione". "Le scuole sono uno dei target centrali del Piano nazionale della prevenzione'"Le scuole, in particolare – ha evidenziato Schillaci – sono uno dei target centrali del Piano nazionale della prevenzione: il 34% dei progetti messi in campo dalle Regioni riguardano gli stili di vita, e quasi tutte le Regioni hanno attivato attività di comunicazione e formazione nelle scuole rivolte agli studenti, agli insegnanti e alle famiglie per promuovere la salute attraverso gli stili di vita corretti". "Il nuovo Piano nazionale della Prevenzione, che stiamo definendo e per il quale sarà prezioso il contributo delle Regioni, si arricchirà di nuovi strumenti legati agli investimenti che abbiamo avviato in questi anni per lo sviluppo della sanità digitale e dell'assistenza territoriale nonché sulla crescente ottica One Health", ha concluso il ministro. La prevenzione "non è solo questione di risorse, non è uno slogan: racchiude azioni che contribuiscono a ridurre l'insorgenza di patologie. E queste azioni si traducono, in primo luogo, nell'adesione a stili di vita corretti e agli screening oncologici. E' bene ricordare che il nostro servizio sanitario offre opportunità di prevenzione non sempre sfruttate a pieno. Penso alle malattie oncologiche. Il 40% dei tumori si può prevenire agendo sui fattori di rischio e aderendo ai programmi gratuiti di screening del servizio sanitario pubblico. I dati dell'Osservatorio nazionale sugli screening dicono che è migliorata l'attività di invito alla popolazione target per tutti i programmi – con incrementi anche al Sud – con quasi 16 milioni di persone invitate nel 2023. Tuttavia, poco meno della metà ha eseguito un test (circa 7 milioni)" ha sottolineato Schillaci. "Mi limito ad alcuni numeri", ha riportato il ministro. "Screening cervice uterina: adesione al 41%, con valori più bassi al Sud e Isole (31%) rispetto al Nord (52%) e al Centro (38%); screening mammografico: ha aderito all'invito il 55% delle donne, con un differenziale di 15 punti percentuali tra l'area del Nord e quella del Sud e Isole; screening colorettale: registra purtroppo un'adesione intorno al 34%, anche in questo caso maggiore al Nord, intermedia al Centro e inferiore nel Sud e Isole (20%). Eppure, si tratta di un test non invasivo che può intercettare possibili patologie oncologiche come il tumore al colon-retto che negli ultimi anni ha visto aumentare le diagnosi nelle fasce di età più giovani". "In linea con le raccomandazioni europee – ha proseguito Schillaci – stiamo lavorando per ampliare i programmi di screening al cancro del polmone. Su questo è già attiva la Rete italiana per lo screening polmonare, che abbiamo rifinanziato anche con la legge di Bilancio 2025 per il proseguimento del programma che finora ha consentito di effettuare quasi 10mila esami con tomografia computerizzata. E stiamo pensando anche al cancro della prostata. E' necessario – ha rimarcato – rafforzare tutte le attività di coinvolgimento dei cittadini. Dobbiamo intercettare le paure, superare i pregiudizi. Ognuno di noi deve sentirsi parte attiva del proprio percorso di salute". "Sui medici gettonisti siamo stati i primi ad intervenire ed a far capire quanto sia sbagliato ricorrere a questo tipo di professionisti per la sanità. Adesso ragioneremo insieme alle Regioni per trovare una soluzione nell'interesse primario ed unico dei cittadini" ha dichiarato Schillaci rispondendo alla domanda dei giornalisti sulla prossima scadenza, il 30 luglio, dei contratti dei medici 'gettonisti' che coprono i turni in ospedali e pronto soccorso. La scadenza potrebbe mettere in difficoltà l'organizzazione dei reparti. Infine sulle parole del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, critico rispetto all'organizzazione degli Stati generali della prevenzione a Napoli, "non faccio mai polemiche con nessuno, questo è un evento per tutti e chi non lo capisce ha evidentemente perso una occasione", così il ministro della Salute Orazio Schillaci a margine dell'apertura degli Stati generali della prevenzione a Napoli. De Luca aveva parlato di "vergognosa marchetta" rispetto all'evento. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)