
(Adnkronos) – Arrivano alla spicciolata, cappellino in testa per proteggersi dal sole e una bottiglietta d'acqua in borsa per affrontare i 35 gradi all'ombra. Qualcuno porta uno striscione, altri le bandiere. Soprattutto della Cgil, ma anche della Pace, della Palestina. Alle 9.30 in punto, sono oltre duecento, forse anche trecento, a partecipare al corteo a poche decine di metri dall'ingresso della base militare Usa di Sigonella, tra Catania e Siracusa. Una manifestazione, presidiata da decine di poliziotti, voluta fortemente dalla Cgil siciliana, guidata da Alfio Mannino. "Questa mattina siamo qui perché vogliamo affermare che la Sicilia deve essere terra di pace, ma gli scenari degli ultimi giorni fanno sì che la Sicilia possa diventare avamposto di guerra", ammonisce Mannino mentre sistema un gazebo per creare un po' d'ombra in questo lembo di terra, nella piana catanese, senza ombra. Oltre alla Cgil la manifestazione è stata organizzata da Emergency, Libera, Comunità Sant'Egidio, Anpi, Legambiente, Zerowaste, Forum Acqua pubblica. Hanno aderito anche Sinistra Futura, Rete catanese Restiamo umani, Incontriamoci, Pd, M5S, Federconsumatori, Auser, Udi, Udu, Nun si parti, Sunia, Centro Arrupe, centro Pio La Torre, Avs e Pax Christi. "La Sicilia rischia di pagare un prezzo altissimo, con l'aumento delle spese militari al 5 per cento si rischia di avere tagli per risorse fondamentali. Dentro questo scenario ci preoccupa che la politica regionale non dice una parola. Siamo a Sigonella perché il Presidente del Consiglio non ha escluso un ruolo diretto da parte del nostro paese", dice ancora Mannino all'Adnkronos. Intanto gli striscioni vengono srotolati, pronti per il corteo. "L'Italia ripudia la guerra", si legge. Oppure: "Sicilia, terra di pace". "Qui abbiamo una base militare. Non ci risulta in queste settimane un coinvolgimento diretto, ma c'è stato un aumento del traffico dello spazio aereo del 40 per cento da e per Sigonella e questo ci preoccupa molto", aggiunge Mannino. A corteo iniziato arriva anche Anthony Barbagallo, segretario regionale del Pd e deputato nazionale, arrivato con una delegazione del partito. "La Sicilia non può essere un avamposto dello scontro atomico. Siamo molto preoccupati per l'atteggiamento del centrodestra e in particolare della premier Meloni che in aula ha detto 'Se vuoi la pace prepara la guerra'. E' una dichiarazione che ci preoccupa e di fronte alla logica trumpiana del riarmo indiscriminato oggi arriva una risposta ferma da parte della nostra terra", dice. "Noi siamo contro il riarmo", conclude. E aggiunge: "Oggi i siciliani si sono dati appuntamento per una grande manifestazione per la pace e il disarmo e per chiedere che alla Sicilia sia evitato il destino sciagurato di essere trasformata in un avamposto nello scontro atomico tra i due blocchi militari contrapposti. Per impedire un avvenire davvero oscuro per il popolo siciliano'. Sono parole attualissime ma pronunciate il 4 aprile 1982 da Pio La Torre durante la manifestazione per la pace organizzata per dire NO ai missili cruise a Comiso''. Presenti, per il Pd, tra gli altri, la parlamentare nazionale Maria Stefania Marino, i deputati regionali Valentina Chinnici, Nello Dipasquale, Fabio Venezia, Tiziano Spada, Calogero Leanza e Giovanni Burtone, la presidente del Pd Sicilia, Cleo Li Calzi, Giuseppe Pappalardo, segretario della federazione provinciale di Catania e Katia Rapè, segretaria della federazione provinciale di Enna. ''Viviamo in tempi complessi – ha aggiunto Barbagallo – con un governo, quello guidato da Giorgia Meloni, totalmente genuflesso a Trump. E che irresponsabilmente ha detto che se si vuole la pace bisogna preparare la guerra. In questo contesto la Sicilia ritorna al centro dell'attenzione con il Medio Oriente in fiamme a causa del conflitto tra Israele e Iran (al momento cessato ma in cui la tensione resta altissima dopo i bombardamenti dei siti nucleari in Iran da parte degli Usa) e in cui resta ancora irrisolta la questione di Gaza, dove è in corso un vero sterminio di vittime innocenti, tra cui donne e bambini". "Lo diciamo chiaramente: stop a tutti i conflitti, in primis quello israelo palestinese. Restituiamo la parola alla diplomazia e partiamo da un principio assoluto: 2 popoli, 2 stati. Adoperiamoci tutti – governo in primis – per una vera de-escalation. Ma la Sicilia terra di pace, moderazione e convivenza tra i popoli – ha concluso – non sia utilizzata come piattaforma di guerra per eventuali futuri raid militari in Medio Oriente''. Con una maglietta gialla, con la scritta maiuscola 'Pace', c'è anche Nuccio Di Paola, coordinatore del M5S in Sicilia. Presenta anche una delegazione di parlamentari: Le deputate regionali Lidia Adorno e Jose Marano e il deputato alla Camera Luciano Cantone, oltre a vari consiglieri comunali e di circoscrizione, componenti del network giovani, attivisti e simpatizzanti. "Siamo qui oggi per dire sì ai diritti che in questo momento vengono scippati ai siciliani, il diritto alla salute. Perché quando si investono 800 miliardi di euro per il riarmo, sono 800 miliardi di euro che vengono tolti a tutti gli italiani e che vengono tolti a tutti i siciliani che oggi hanno difficoltà a curarsi e ad accedere all'istruzione. Siamo qui per dire sì ai diritti da tutelare, anche il diritto alla 'restanza', perché tanti siciliani stanno andando via dall'isola perché stanno perdendo quest diritti", spiega all'Adnkronos. "La Sicilia non può essere terra da cui partono droni per bombardare altre nazioni. La Sicilia è terra di pace e accoglienza", ha concluso. Intanto il corteo è partito e Frank Romano, avvocato e attivista di Freedom Flotilla, grida "Palestina libera". Un grido che viene ripetuto da tutti i partecipanti. Romano invoca "la pace a Palestina". "Non possiamo accettare che muoiano bambine e bambini", dice. Presente anche Giovanni Burtone, sindaco di Militello in Val di Catania (Catania), venuto in rappresentanza dei sindaci presenti, ha chiesto "il ritorno della diplomazia". Intanto, Gabriella Messina, segretaria confederale regionale Cgil, Gabriella Messina, continua a ripetere al microfono: "La Sicilia è terra di libertà, vogliamo la pace. Siamo qui perché da qui devono partire aerei di pace, non per la guerra. Questa è terra di democrazia". La temperatura è aumentata ancora, sfiorando i 37 gradi. Ma il corteo prosegue. E alla fine brevi interventi dal palco allestito a pochi passi dalla base. Tutti a ripetere: "No alla guerra, no al riarmo". (dall'inviata Elvira Terranova) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)