lunedì, Luglio 14

Ordine degli psicologi della Liguria: “Per ritrovare Allen decisiva la scienza psicologica, seguito il Gps emotivo”

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(Adnkronos) – Nel caso di Allen, il bambino scomparso e poi ritrovato a Latte, frazione di Ventiimiglia, "abbiamo avuto un esempio chiaro di psicologia applicata sul campo, con risultati che si sono dimostrati in grado di salvare una vita. Una strategia operativa messa in atto da uno psicologo formato per l'emergenza e plurispecializzato può fare la differenza. Il collega che ha lavorato su questo caso ha usato un'immagine particolarmente esplicativa per far comprendere le modalità di azione: ha parlato di 'Gps emotivo', una metafora bellissima oltre che chiara. Che ha funzionato", evidenzia la presidente dell'Ordine degli psicologi della Liguria, Claretta Femia, commentando all'Adnkronos Salute il lavoro di Roberto Ravera, primario di Psicologia della Asl di Imperia che ha indirizzato le ricerche del bambino basandosi sulla conoscenza dei comportamenti nell'autismo infantile.  Nella pratica, Ravera "è riuscito ad analizzare la situazione del bimbo attraverso i colloqui con i genitori. Ha delineato un profilo psicologico e comportamentale del bambino al di là della diagnosi – sottolinea Femia – quindi ha tradotto il linguaggio emotivo in possibili comportamenti, cercando di capire quali potessero essere le strategie operative concrete per ritrovarlo. E' passato da un'analisi del bambino attraverso i genitori alle indicazioni date alle squadre di soccorso. Ha individuato i probabili luoghi in cui il bimbo poteva essersi nascosto e ha dato così supporto alle indagini". La definizione di Gps emotivo, utilizzata da Ravera, "indica quanto sia importante un'empatia profonda insieme a una ricostruzione del percorso mentale del bambino". In questa vicenda, aggiunge la presidente dell'Ordine ligure, contano "l'esperienza clinica, l'empatia umana, la delineazione del profilo di personalità e comportamentale del bambino". In questo quadro il contributo dello psicologo diventa "utile nelle ricerche, ma anche nella fase successiva, ovvero nel supporto ai familiari e al bambino stesso nel momento in cui è stato ritrovato". "Il collega che ha lavorato al caso nello specifico – evidenzia Femia – è specializzato in psicologia dell'emergenza, quindi è abituato ad affrontare anche situazioni in cui si deve interfacciare non solo con i familiari, ma anche con un'équipe di soccorritori. A loro ha suggerito non solo dove andare a cercare il piccolo sulla base delle informazioni raccolte, ma anche come avvicinarsi a un bambino con una diagnosi di autismo. Quindi ha indicato di abbassare gli altoparlanti, le sirene, di parlare a bassa voce, ha fornito indicazioni per non spaventare il bimbo. E questo credo sia stato un contributo preziosissimo, oltre al fatto di aver sostenuto i genitori durante questi 2 giorni di grande angoscia per loro. E' riuscito ad intervenire su più fronti – conclude la psicologa – dando supporto alle ricerche, alla famiglia e al bambino stesso".  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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