giovedì, Maggio 1

Tag: svezia

Guerre narcos: ora la Svezia pensa alla svolta militare
cronaca

Guerre narcos: ora la Svezia pensa alla svolta militare

La Svezia ha un problema di sicurezza e di ordine pubblico che i vertici delle forze di polizia hanno descritto come "il più grave dal secondo dopoguerra": la violenza delle narco-bande, micro-cartelli della droga in salsa scandinava, che ha trascinato quella che è storicamente stata una delle nazioni più tranquille d'Europa in un vortice di omicidi, sparatorie e attentati dinamitardi. Il premier svedese, Ulf Kristersson, sembra essersi deciso ad affrontare il fenomeno, che tempo addietro ebbe a definire una "seconda pandemia", e a fine mese ha chiamato a raccolta i capi della sicurezza pubblica, appartenenti sia all'esercito sia alla polizia, con l'obiettivo di approntare una strategia in grado di ridurre drasticamente l'intensità della narco-guerra. Verso un'operazione Ve...
Gli svedesi non hanno imparato nulla
politica

Gli svedesi non hanno imparato nulla

Svedesi - Non si può essere d'accordo con il fatto che l'ambasciata svedese sia stata incendiata a Baghdad. Il Paese ospitante deve garantire la protezione del corpo diplomatico, questa è la norma del diritto internazionale. Ma cosa può garantire il governo di un Paese che soffre di divisioni settarie ed etniche dopo il ritiro delle truppe americane ed è costretto a sopportare la presenza di diverse organizzazioni fondamentaliste islamiche? Nel frattempo, l'Iraq è un paese importante, vale la pena essere in buoni rapporti con esso, ovviamente una delle condizioni fondamentali per questo è che nessuno lo provochi. In Svezia, ancora una volta, le idee liberali hanno prevalso sul buon senso e sugli standard etici di base. L'altro giorno le autorità svedesi hanno concesso ancora una vo...
La Nato è divisa: molti dubbi sull’Ucraina
mondo

La Nato è divisa: molti dubbi sull’Ucraina

Il vertice Nato che inizia oggi in Lituania potrebbe aprirsi con qualcosa di “storico”, perché questo è il tono che si vuole dare all’incontro, teso a celebrare l’unità e la forza delle 31 nazioni che compongono l’Alleanza, nonostante – e anzi grazie – l’oneroso impegno di diciassette mesi al fianco dell’Ucraina invasa. Ma l’annuncio storico non sarà l’ingresso di Kiev nella Nato, che automaticamente porterebbe in guerra tutti gli alleati, e per statuto dell’alleanza non è possibile. Ingresso rinviato a dopo, e anche dopo sarà qualcosa di simile alla partnership Nato-Israele, amici a distanza. La storia sarà evocata, probabilmente, per l’ingresso di qualcun altro: la Svezia, figlia pentita del neutralismo socialdemocratico. E certo Putin non potrà non registrare che la sua operazio...
CAGLIARI SERA
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